giovedì, novembre 22, 2007

martedì, novembre 20, 2007

venerdì, novembre 09, 2007

Aglio&Olio



  • Aglio
  • Olio extravergine d'oliva
  • Prezzemolo fresco
  • Sale
  • Peperoncino rosso
  • Spaghetti
  • Ricotta dura salata, grattugiata a polvere
  • limone

Pulire e lavare accuratamente il prezzemolo. Tritarlo finemente.
Preparare in un pentolino l'olio con gli spicchi d'aglio affettati e il peperoncino tritato. Farli soffriggere a fiamma molto bassa fino a quando non prendono colore e poi aggiungere due cucchiai di acqua di cottura della pasta. Lasciare sobbollire ancora per qualche minuto.
Scolare la pasta e condire.

giovedì, novembre 08, 2007

Россия 1917

Ragù



Ragù alla Bolognese
Salse e condimenti
Ingredienti:
manzo, vitello e maiale
pancetta, burro, cipolla, carota, sedano, pepe , sale, brodo, conserva di pomodoro.


La carne può essere anche di tre qualità, manzo, vitello e maiale, ma il manzo deve tuttavia predominare. Passate tre etti di carne alla macchinetta insieme con la pancetta, e intanto fate rosolare nel burro abbondante un trito finissimo di cipolla, carota e sedano. Quando sarà dorato, aggiungetevi la carne e fatela rosolare bene aggiungendo pepe e sale. Gettate adesso nella casseruola un bicchiere di vino rosso e lasciatelo evaporare, poi versate in due riprese nel ragù un ramaiolo di brodo e un cucchiaio colmo di conserva di pomodoro, facendo cuocere piano. Si può bagnare il ragù con latte invece che col brodo e viene allora più delicato e si può anche, verso la fine, aggiungervi fegatini e rigaglie, prima cotti nel burro, e una manciata di funghi secchi prima rinvenuti in acqua tiepida e tritati grossolanamente. Tutte queste varianti e queste aggiunte sono ammesse e il ragù e tanto migliore quanto più ricco di alimenti.

domenica, novembre 04, 2007

ELIZABETH




Enrico V: Chi è mai che desidera questo? Mio cugino Westmoreland? No, mio caro cugino. Se è destino che si muoia, siamo già in numero più che sufficiente; e se viviamo, meno siamo e più grande sarà la nostra parte di gloria. In nome di Dio, ti prego, non desiderare un solo uomo di più. Anzi, fai pure proclamare a tutto l’esercito che chi non si sente l’animo di battersi oggi, se ne vada a casa: gli daremo il lasciapassare e gli metteremo anche in borsa i denari per il viaggio. Non vorremmo morire in compagnia di alcuno che temesse di esserci compagno nella morte. Oggi è la festa dei Santi Crispino e Crispiano; colui che sopravviverà quest’oggi e tornerà a casa, si leverà sulle punte sentendo nominare questo giorno, e si farà più alto, al nome di Crispiano. Chi vivrà questa giornata e arriverà alla vecchiaia, ogni anno alla vigilia festeggerà dicendo: “Domani è San Crispino”; poi farà vedere a tutti le sue cicatrici, e dirà: “Queste ferite le ho ricevute il giorno di San Crispino”. Da vecchi si dimentica, e come gli altri, egli dimenticherà tutto il resto, ma ricorderà con grande fierezza le gesta di quel giorno. Allora i nostri nomi, a lui familiari come parole domestiche - Enrico il re, Bedford ed Exeter, Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester - saranno nei suoi brindisi rammentati e rivivranno questa storia. Ogni brav’uomo racconterà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest’oggi, fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi. Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino!

Shakespeare, Enrico V, atto IV. scena III