mercoledì, febbraio 28, 2007

vuoi litigare?


ecco come mi vede Omar Penz

domenica, febbraio 25, 2007

venerdì, febbraio 23, 2007

domenica, febbraio 18, 2007

quid tum



Jannis Kounellis ,Untitled, 1960
Olio su tela, 1.4 x 2.3 m ,collezione privata


.... nel fiume che è Vita
trascorrono quelli che vengon sbattuti qua e là
quelli che si aggrappano ad otri gonfi e vani,
quelli che nuotano disperati per sopravvivere soltanto
- a altri che resistono invece
altri che si affidano alle tavole delle "bonae artes",
altri che metton mano alla costruzione di naviculae.

Massimo Cacciari
"quid tum"
Venezia, 23 febbraio 1994



giovedì, febbraio 15, 2007

bustina nuova...


BANQUO - Figlio, a che punto è la notte?
FLEANTE - La luna è calata, ma non ho sentito batter l’orologio.
BANQUO - Ed essa cala adesso a mezzanotte.
FLEANTE - Direi ch’è un po’ più tardi, mio signore.


W. Shakespeare : “MACBETH” (1660) atto secondo, scena prima, Giunti Editore (2004), Firenze





Ben ritrovati, riprendo la dove avevo lasciato nella “bustina” pubblicata in Parametro 266.
L’esortazione finale era ad impegnarsi per ritessere relazioni, costruire nuove piazze. Questo perché l’altra faccia della degenerazione formale delle cosidette “casette del geometra” è il loro sempre più farsi casetta isolata ( così scriverebbe un’immobiliare per accrescerne il valore) sempre più rifiutare l’esterno come parte essenziale nel timore di quello che è diventato il moloch del pericolo: il condominio....e quindi costruire nuove piazze dicevo, intese come spazi di relazione e di aggregazione. Giorni fa assistevo ad un convegno sulla comunicazione dove si faceva un gran parlare di “virtual marketing” ( il vecchio “passa parola” risciaquato nel Tamigi ) e mi sono venute in mente per strana associazione tutta una serie di immagini: persone che affollavano i bar per vedere Rischiatutto alla Tv, foto di “case del popolo” con maschi che ballavano con maschi e femmine con femmine ( non centrano ne le coppie di fatto ne i “dico” ma penso solo: una sorta di simmetrica scarsità oltre alla timidezza ) poi i pretini che ballano in circolo di una famosa foto di Giacomelli, Indro Montanelli con la sua Olivetti lettera 32 sulle ginocchia. Allora ho pensato ha come poteva essere questo viral marketing ( “viral” non “virtual” ) e mi è sembrato che per prima cosa bisognava aggiungere un aggettivo che non ho avuto il coraggio di aggiungere in inglese e quindi l’ho fatto in italiano e quindi: viral marketing culturale, un’influenza che al posto di schiantarvi a letto vi spinge ad uscire di casa un’invasione di ultracorpi .....
mi ha punto fantasia di lanciare un piccolo concorso.. per un nuovo “lem” che anziche atterrare sulla luna si piazzi sulla terra ma non uno...centinaia di “lem” di navicelle (“naviculae” direbbe l’Alberti) che prendano possesso di quelli spazi indefiniti, tra le casette del geometra, come avamposti, come presidi fondamentali che come dopo un terremoto diventino dei prefabbricati per l’anima. Delle piccolle chiesette laiche in cui trovino spazio una biblioteca, un piccolo teatro che diventa sala solo spostando le sedie... dove scende uno schermo per vedere in tempo reale l’Aida all’arena di Verona o l’ultimo concerto di Ligabue sfruttando Internet e i satelliti per unire e non per isolare. Io so cosa state pensando.... che tutto questo esiste già e si chiamano centri sociali o sono le associazioni degli alpini o si chiamano in tanti altri modi o ne fanno la funzione... ma io parlo di dell’aperta campagna di arrivare a piazzarli li dove non c’è città, non c’è paese ci sono solo puntini sparsi...un grande piano nazionale come il piano per le case popolari, io le immagino tutte uguali, da montare quasi autosufficienti come un grande caminetto dove ritrovarsi la sera. Mi piacerebbero fossero rossi ( non politicamente ma cromaticamente) da creare una geografia di cultura guardandoli dall’alto. Me le immagino le mappe di Google Earth sull’italia con tutti questi punti rossi a creare una rete, globuli (rossi, appunto) di una trasfusione necessaria. Un nuovo sistema sanguigno che porti cultura e conoscenza ma sopratutto che stimoli quello che non vedo più girò se non come perversa passione per il gossip per il tinello altrui: - La curiosità - quella che ti fa vedere e ascoltare l’altro che sia persona, o libro o film..Non so voi ma io non mi sono ancora stancato di leggere e rileggere quel passo delle Memorie di Adriano della Yourcenar: “Fondare biblioteche è come costruire granai, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi vedo purtroppo arrivare”

Antonio Minervini